di e con Sara Capanna e Barbara Carulli
suono Stefano Murgia
una produzione Company Blu
Foto Gianpaolo Becherini
“Alle immagini si rimprovera di offrire la possibilità di guardare la sofferenza da lontano, come se ci fosse qualche altro modo di farlo. Ma anche guardare da vicino - senza la mediazione di un’immagine – resta sempre e soltanto guardare.“ Susan Sontag
C’era una volta...
Sospensione di narrazione.
Distrazione, farfuglio, omologazione, controllo.
Intermittenza di un fenomeno ad intervalli più o meno regolari.
Nello spazio della sospensione forse entra il sentire: la relazione di due corpi in contatto
che si fanno specchio, immagine, forma l’uno dell’altro, trasversalmente, obliquamente,
azione attiva di passaggio tra uno stato e un altro, per affrontare una sofferenza lontana,
e lasciare da parte, sebbene per un istante, l’abitudine di distogliere lo sguardo.
Lo abbiamo davvero immaginato?
È solo una fiaba da raccontare.
Se assumiamo lo spazio di interruzione con consapevolezza, cosa accade?
scegli come vedere
scegli come sentire
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fine.
ONE, TWO, THROUGH
Written and performed by Sara Capanna and Barbara Carulli
Sound by Stefano Murgia
A Company Blu production
Foto Gianpaolo Becherini
Once upon a time...
A suspension of narration.
Distraction, mumbling, conformity, control. The intermittent appearance of a phenomenon at more or less regular intervals.
In the space of suspension, perhaps feeling emerges: the relationship between two bodies in contact, mirroring each other, becoming image, form, one of the other—transversally, obliquely—an active passage between one state and another, to face a distant pain, and to set aside, if only for a moment, the habit of looking away.
Did we really imagine it?
It’s just a fairy tale to tell.
If we consciously inhabit the space of interruption, what happens?
choose how to see
choose how to feel
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end.